Risata e Counseling
Origini della risata terapeutica
Nasce nel 1995 in India, il fondatore del movimento mondiale è il dott. Madan Kataria che decise di approfondire le ricerche sui benefici del buonumore cominciate già negli anni '70 da Norman Cousins, celebre scrittore, il Dr. William F. Fry, psichiatra, e il Dr Hunter (Patch) fondatore del Gesundheit Institute, una comunità medica olistica. Tutte le scoperte sui benefici psico-fisici, oggi sono riconosciute scientificamente dalla P.N.E.I (Psiconeuroendocrinoimmunologia).
Oggi esistono migliaia di Club della risata in tutto il mondo.
Il nostro cervello non è in grado di riconoscere una risata reale da una risata indotta, dopo 10 minuti consecutivi di esercizio, i benefici sono esattamente gli stessi. Entrano in circolo "gli ormoni del Buonumore" endorfine, serotonina e dopamina, si abbassa il cortisolo responsabile dello stress e se praticata in gruppo, attraverso i neuroni specchio si attiva l’effetto del contagio risonante.
E’ la sola tecnica che consente agli adulti di produrre una risata potente e prolungata senza bisogno di coinvolgere le abilità cognitive. Letteralmente ignora il sistema intellettuale che normalmente agisce come un freno alla risata naturale.
Come diceva Dostoevskij, acuto osservatore della natura umana: ”E’ possibile riconoscere il carattere di una persona molto più dal suo modo di ridere che da un esame psicologico”.
Ridendo si acquisiscono nuovi strumenti per affrontare le sfide con una visione ed un atteggiamento diversi, portiamo la gioia nella nostra vita “nonostante tutto”, beneficiando di tutti gli effetti del vivere sulle frequenze della gratitudine, della gentilezza, della solidarietà e della “leggerezza".
Con la risata hai il potere di trasformare ogni cosa, diventando l’artefice della tua vita ogni istante, danzando nella stessa.
Più comprendi la tua capacità di ridere, più riesci a comprendere come conduci la tua vita, più come direttore d’orchestra puoi trasformare le note disarmoniche in armonia. Osservandoti con approccio olistico, scopri di essere un essere molteplice, composto da più parti: psiche, corpo, cuore, emozioni, spirito. Con la risata è possibile lavorare su tutte le tue parti, raggiungendo nel tempo sempre più l’integrazione delle stesse.
Ridendo scarichi la rabbia, rinforzi il sistema immunitario, allenti la paura, i pensieri pressanti, perché mentre ridi non pensi, riduci lo stress e apporti in tempo reale ben-essere psicofisico e con la mente lucida sei più proiettato sulle molteplici soluzioni che sul problema.Il vivere sulle frequenze della gioia dipende solo da te e mai dai fattori esterni, sei tu ad avere il potere di questa scelta.
Quando ti darai la possibilità di ridere, aprirai un nuovo libro.
“Chi ha il coraggio di ridere, è padrone del mondo”
Giacomo Leopardi
Origini del counseling
Il termine “counseling” deriva dal verbo inglese “to counsel” che risale a sua volta al latino “consulere”, voce verbale composta da “cum” e “solere”, ovvero “alzarsi insieme” e traducibile in “venire in aiuto”.
Agli inizi del Novecento, negli Stati Uniti, alcuni operatori sociali utilizzano la parola “counseling” per indicare l’attività di orientamento professionale da essi svolta nei confronti dei soldati che rientrano dalla guerra e che necessitano di una ricollocazione nel mondo del lavoro.
Il successivo sviluppo del counseling, negli Stati Uniti, avviene attraverso lo svolgimento di una serie di interventi professionali in ambiti diversi e determinati.
Ma è con lo sviluppo della psicologia umanistico-esistenziale, e in particolare grazie al contributo degli psicologi statunitensi Carl Rogers (1902-1987) e Rollo May (1909-1994) che il counseling comincia a configurarsi in senso moderno come “relazione d’aiuto”.
Nel 1951 la pubblicazione di “Client-centered-Therapy” di Carl Rogers apre la strada all’affermarsi della sua “terapia centrata sul cliente” e segna ufficialmente la nascita del counseling nel suo significato attuale.
Verso la fine degli anni Cinquanta il counseling arriva in Europa attraverso la Gran Bretagna e approda così anche nel nostro Paese.
Nel Regno Unito il counseling ebbe forti radici nel settore del volontariato e si diffuse in modo particolare nei consultori, nei centri giovanili e negli ambulatori con servizi a sostegno della persona in risposta a criticità sociali. Sempre in Gran Bretagna nascono le prime associazioni per la regolamentazione e la gestione della professione.
Ci si attiva a livello europeo per il riconoscimento ufficiale della professione nei vari Paesi e nel 1994 si costituisce con questo obiettivo la “European Association for Counseling” (EAC) che redige una definizione di counseling adottabile dalle diverse nazionalità.
“Il counseling è un processo interattivo tra uno (o più) counselor e uno (o più) clienti – individui, famiglie, gruppi o istituzioni – che affronta in una modalità olistica temi sociali, culturali, economici e/o emozionali. Il counseling può occuparsi di affrontare e risolvere problemi specifici, favorire un processo decisionale, aiutare a superare una crisi, migliorare i rapporti con gli altri, promuovere e accrescere la conoscenza e la consapevolezza di sé e permettere di elaborare emozioni, pensieri, percezioni. L’obiettivo globale è quello di offrire ai clienti l’opportunità di lavorare, con modalità da loro stessi definite, per condurre una vita più soddisfacente e ricca di risorse sia come individui che come membri della società.”
Il counseling si configura fin dalle sue origini come un’attività distinta rispetto alla psicoterapia, orientata invece alla cura della patologia individuale. Le comunità professionali del counseling e della psicoterapia, operano pertanto, già storicamente, in ambiti e contesti differenti pur essendovi tra loro una costante interazione e influenza.
Il counselor è il professionista con competenze specifiche nelle relazioni d'aiuto (con i clienti) e non di cura (con i pazienti).